Antonio Maglio, monumento paralimpico. Parola di Guttmann
Antonio Maglio, monumento paralimpico. Parola di Guttmann
28 OTTOBRE 2017 | di Claudio Arrigoni
E’ un monumento del paralimpismo mondiale. Grazie a lui l’Italia è uno dei paesi più importanti nella storia dello sport paralimpico. E’ nel 1960, a Roma, che si suggellò infatti l’unione fra sport olimpico e sport paralimpico, anche se questa parola cominciò a essere usata stabilmente e ufficialmente nel 1984, anno dei Giochi di Los Angeles. Fu grazie ad Antonio Maglio, anima dello sport per disabili in Italia, che i Giochi di Stoke Mandeville diventarono Giochi Paralimpici. Proprio l’Italia mostrò quello che poi divenne lo schema delle Paralimpiadi attuali. Maglio è dunque fra le persone più importanti di sempre nella crescita mondiale del paralimpismo. Oggi, giorno che lo celebra con la Supercoppa di basket in carrozzina (a Meda, vicino Milano, dalle 18.15 fra i campioni d’Italia di UnipolSai Briantea84 e Porto Torres), viene reso noto un documento che lo certifica ulteriormente. Firmato dal padre dello sport paralimpico, Ludwig Guttmann.
Il 1960 era l’anno dei Giochi Olimpici a Roma. Antonio Maglio era consulente medico superiore dell’INAIL (l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni dal Lavoro) e da due anni stava facendo in modo che, dopo le Olimpiadi, si svolgessero i Giochi di Stoke Mandeville a Roma. E il 18 settembre, con il benestare del CIO e dell’Alto Patronato di Donna Carla Gronchi, moglie dell’allora Presidente della Repubblica Italiana, vennero inaugurati i Giochi per disabili, che allora erano riservati ad atleti paraplegici. Sulle tribune dello stadio all’Acqua Acetosa vi erano 5000 persone a vedere la sfilata di 40 atleti con abilità diverse e di 250 accompagnatori giunti da 21 (o 23 secondo altre fonti, fra cui l’IPC) Paesi: Argentina, Australia, Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Israele, Italia, Jugoslavia, Libano, Malta, Norvegia, Olanda, Rhodesia del Sud (l’odierno Zimbabwe), Stati Uniti, Svezia, Svizzera. “Un momento storico, non solo per lo sport, ma per l’intera umanità”: parole di sir Ludwig Guttmann, il padre dello sport paralimpico mondiale , dette con le lacrime agli occhi per la commozione e l’emozione. Era il sogno che diventava realtà.
Ecco allora il documento unico, che mostra quanto anche Guttmann riconoscesse a Maglio l’importanza mondiale che merita. Una lettera, proveniente da Stoke Mandeville, scritta proprio da Guttmann, con parole che mostrano la stima verso Maglio e il ruolo fondamentale che ha svolto. Una piccola gemma nella storia dello sport paralimpico e della disabilità. Con le parole dell’epoca, riguardo a Roma 1960, scrive che “fu il dottor Maglio principalmente responsabile nell’organizzazione di questi Giochi, coronati da straordinario successo e con grande valore per la diffusione della conoscenza su riabilitazione e integrazione sociale dei paralitici di tutto il mondo (…) Grazie all’immenso lavoro e agli sforzi di Maglio, la squadra italiana dei paraplegici ha raggiunto un livello eccellente ed è una delle migliori dei Giochi.”
Guttmann conclude con parole che sono il riconoscimento della grandezza mondiale di Maglio: “In conclusione io considero il dottor Maglio come un esperto nel complesso mondo della paraplegia e dello sport per disabili. In questo, è senza dubbio un pioniere in Italia”. A volte ci dimentichiamo di coloro che hanno fatto grande il nostro Paese. Maglio è uno di questi ed è giusto, sempre, serbarne il ricordo.